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NON TI FAI SCHIFO NEANCHE UN PO’?
(sottotitolo: ma quanto è ipocrita la finta sinistra radical chic?)
Hey, tu!
Tu che ti sbracci sui moli urlando “accogliamoli” ma poi se ne mettono una trentina nel condominio vicino al tuo, vai subito a protestare in Comune perché quelli fanno casino e il tuo appartamento ha perso di valore.
Tu che ti esalti nel parlare di multiculturalismo e di quanto è bello vivere in un meticciato multietnico e perché no con una immigrazione senza regole e poi te ne vai in vacanza in Giappone (società culturalmente monolitica e che di clandestini nel 2018 ne ha presi 8) e non di certo a visitare per qualche giorno una banlieu parigina o un quartiere mussulmano di Stoccolma dove potresti assaporare le gioie che si provano a mettere in pratica le idee di quelli che la pensano come te.
Tu che mi ossessioni con i cambiamenti climatici ma poi te ne vai in crociera e in aereo, riempi di plastica il carrello del supermercato e prendi l’auto anche per fare cinquanta metri.
Tu che mi urli addosso che siamo colpevoli della fame, della sete, delle guerre e dello sfruttamento nel mondo ma poi usi cellulari al coltan delle miniere del Congo e compri i tuoi begli abiti (di plastica) made in China, Turchia e Bangladesh dove i bambini vengono trattati come schiavi lavorando 12 ore al giorno.
Tu che ti prostri all’Unione Europea perché ci ha dato l’Erasmus e perché “ma quanto è bello girare l’Europa senza cambiare i soldi” ma poi ti lamenti se il PIL non cresce da 20 anni e se i tuoi stipendi non aumentano e le scuole cadono a pezzi e ci sono le buche per le strade.
Tu che ti dichiari sincero democratico ma poi riempi di insulti le pagine Facebook di chi non la pensa come te, esulti per la censura di libri e di pensieri non allineati al tuo, accusi di fascismo chiunque osi avere una opinione diversa dalla tua senza pensare che forse l’altro avrebbe il tuo stesso diritto di esprimersi e potrebbe anche avere ragione da vendere.
Lo sai qual è la differenza tra te e me?
Che io come te protesto in Comune se mi mettono gli africani sotto casa ma a differenza di te non voglio l’Africa in Italia.
Che io come te adoro le altre culture del mondo ma per vederle ci vado in vacanza e quando torno voglio mangiare piada e prosciutto e pregare il mio Dio a differenza di te che vorresti tutto il terzo mondo trasferito qua che un po’ alla volta ci dirà esattamente cosa mangiare e quale Dio pregare.
Che io vado al lavoro con il mio inquinante diesel perché diversamente non posso proprio fare, che mi scaldo d’inverno con la caldaia a gas che produce un sacco di CO2 e mi rinfresco d’estate con inquinanti condizionatori, vado in vacanza con inquinanti navi e aerei a differenza di te che, mentre fai esattamente quello che faccio io, rompi le palle con le idiozie dei cambiamenti climatici ma sbuffi se in ufficio fa caldo o fa freddo e l’unico cambiamento che riesci a fare a casa tua è spegnere il modem di notte mentre inconsapevolmente come un burattino spiani la strada alla prossima “dittatura verde” che ossessionata dal rigore ecologico ci massacrerà di tasse e bloccherà lo sviluppo dei Paesi poveri lasciando indenni i veri avvelenatori del pianeta.
Che io non mi sento affatto colpevole se nel mondo c’è la fame e la sete e la guerra e nel mio piccolo faccio qualcosa di concreto per quella gente ma a differenza di te non ti butto addosso tutte le mie frustrazioni e i miei sensi di colpa mentre da te devo sentirmi dire che se nel mondo ci sono le guerre allora è colpa mia e quindi adesso devo prendermi milioni di clandestini in modo che quelle guerre mi arrivino anche nelle mie strade, nel mio quartiere e dentro casa mia, così imparo.
Che io odio questa Unione Europea che è una casta mafiosa oppressiva delle libertà delle Nazioni, delle loro economie, dell’autodeterminazione dei Popoli e che nulla ha a che vedere con il vero sogno europeo, che impreco se i miei stipendi non salgono, se le aziende chiudono, se il PIL non cresce, le scuole crollano e le strade sono piene di buche ma differenza di te – che mentre il tuo stipendio non sale come il mio e la tua azienda chiude come la mia e la scuola di tuo figlio crolla come quella dei miei figli – quando è ora di votare non dò il mio consenso ai chi sostiene i nostri carnefici di Bruxelles, veri artefici di tutto ciò.
Che io non sopporto il tuo punto di vista e voglio esser libero di esprimere il mio con forza per tutta la vita ma soffrirei se qualcuno cercasse di chiuderti la bocca, a differenza di te che gioisci quando qualcuno chiude la mia.
Sai qual è la differenza tra te e me? Che tu vorresti imporre a me le tue idee, le tue convinzioni, le tue logiche e soprattutto le loro conseguenze negando così la mia libertà.
Sai come si chiama questa cosa? Si chiama stalinismo, nazismo, fascismo, comunismo. Chiamala pure come vuoi. Sempre quella è.
E sai quindi alla fine cosa ti dico? Che se non hai il coraggio di metterti davanti ad uno specchio e di sputarti addosso, almeno, in subordine e sempre se riesci, evita di sputare addosso a me, alla mia vita, al mio futuro e alla mia libertà.
Saluti.
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