Se il consiglio di amministrazione di una qualunque società per azioni del mondo, nel corso del proprio mandato avesse causato a quella società:
1. l’aumento dell’indebitamento complessivo;
2. la diminuzione del fatturato o un suo incremento molto al di sotto rispetto ai principali competitors;
3. la contrazione dei dividendi da distribuire ai soci;
4. la distribuzione di parte dei dividendi ai soci di altre società;
5. la perdita del suo patrimonio di risorse umane verso aziende concorrenti;
6. la dismissione di asset strategici a favore di società concorrenti;
7. l’ingerenza di multinazionali nella gestione della società con l’assunzione di provvedimenti contrari all’interesse della società medesima;
8. il mancato ripristino di parti vitali della catena produttiva danneggiata o obsoleta;
9. il mancato controllo sull’attività dei responsabili finanziari o l’assenza di sanzioni in caso di loro gravi illeciti amministrativi
ebbene, l’assemblea dei soci di quella società avrebbe sollevato dall’incarico QUEL consiglio di amministrazione UN SECONDO dopo.
Nel nostro Belpaese, ben 4 governi consecutivi della 17^ legislatura hanno consentito o provocato:
1. l’aumento del debito pubblico dal 2011 al 2016 per € 321 miliardi (pari ad un incremento del 16,92%);
2. un modestissimo incremento del Pil che ci vede penultimi nell’Eurozona;
3. un modestissimo incremento dei salari che ci vede penultimi NEL MONDO nel 2017 con un nuovo record assoluto di poveri e aspiranti tali;
4. l’incontrollato arrivo di 800.000 migranti economici clandestini dalle generalità e fedine penali sconosciute per il mantenimento dei quali sono state destinate ingenti risorse dal bilancio dello Stato;
5. l’emigrazione in massa e con numeri senza precedenti di giovani laureati futuri dirigenti verso Paesi stranieri con opportunità professionali maggiori;
6. la cessione incontrollata di importanti aziende italiane a cordate e/o a società straniere senza che sia avvenuto il contrario;
7. l’accettazione indiscriminata dei diktat europei spesso in forte contrasto con l’interesse nazionale;
8. la pressocchè totale assenza di interventi nelle zone terremotate che fossero volti al ripristino delle attività produttive e del tessuto sociale;
9. il disastro del sistema bancario che ha coinvolto, per mancata vigilanza, i risparmi di centinaia di migliaia di cittadini; chi doveva vigilare non è stato rimosso (ed anzi è stato riconfermato nell’incarico e nella retribuzione). Stessa “sorte” per gli amministratori delle banche mal gestite.
Ciononostante, non solo quei governi NON sono stati prontamente sfiduciati ma gli esponenti di quei partiti che li hanno sostenuti in Parlamento hanno persino il coraggio di ripresentarsi, sorridenti, alle prossime elezioni politiche.
La vera tragedia, tuttavia, non è questa.
La vera tragedia è che ci sia ancora, stando ai sondaggi, circa il 30% dei cittadini votanti disposti a dare il proprio sostegno elettorale a costoro. Sarebbe come se 1/3 dei soci di una società per azioni sull’orlo del fallimento volesse riconfermare gli stessi amministratori responsabili del disastro.
Non so a Voi, ma a me qualcosa sfugge.