Dopo i fatti di Gorino la parola più frequentemente usata dai giornali e nei commenti di Facebook è stata: vergogna.
Sono perfettamente d’accordo. È una vergogna.
È una vergogna che uno Stato proprietario di un consistente patrimonio immobiliare inutilizzato si permetta di espropriare una proprietà privata (con l’aggravante che in questo caso quella proprietà coincide con l’unico centro di aggregazione di un paesino di 500 persone) affinché ne possano beneficiare cittadini stranieri che sono nel nostro Paese senza alcun titolo .
È una vergogna che uno Stato incapace si permetta di concentrare, come avviene, se non in questo in tantissimi altri casi, un numero elevato di stranieri dei quali non sappiamo NULLA in piccole realtà locali (100 stranieri in frazioni di 200 abitanti) o addirittura in condomini abitati da famiglie con bambini (120 di questi in un condominio abitato da 30 residenti) dimostrando una arroganza senza precedenti degna del peggior regime comunista e contravvenendo a qualsiasi principio di minimo buon senso.
È una vergogna che rappresentanti dello Stato si permettano di insultare pubblicamente i propri datori di lavoro – ovvero i cittadini che pagano loro lo stipendio – dimenticando che ministri e prefetti sono SERVITORI del Paese e non dittatori sbruffoni da quattro soldi in stile Corea del Nord. I cittadini sono cittadini e non sono sudditi servi della gleba. Meritano rispetto.
È una vergogna che i rappresentanti dello Stato si prendano la libertà di insultare un intero popolo, quello ungherese, appartenente alla comunità europea e con un fiero passato di ribellione alla dittatura comunista costata migliaia di morti (ribellione a suo tempo subito condannata dall’Unità e dal futuro presidente Napolitano che la bollarono come “una rivolta di teppisti che si opponevano all’avanzata della democrazia”).
È una vergogna che uno potere politico senza controllo e senza mandato e la stampa asservita al regime diffondano e speculino su notizie false con l’unico scopo di scoraggiare future analoghe legittime ribellioni di altre comunità locali in tutta Italia:
i bambini africani di Gorino infatti non esistevano.
Esistono invece 12 donne provenienti da Sierra Leone, Costa d’Avorio e Nigeria.
In nessuno di questi Paesi, almeno fino a ieri, c’è la guerra. Sono tutte repubbliche presidenziali. La Nigeria ha il PIL più elevato di tutta l’Africa (ha superato anche il Sud Africa).
Pertanto viene da chiedersi cosa abbia spinto queste donne sin qua.
Una di esse ha dichiarato di essere perseguitata dal padre che vorrebbe convertirla alla religione animista ricorrendo a riti woodo (!).
Un’ altra ha il marito in galera e teme di essere perseguitata da lui quando uscirà (!!).
Un’altra dice di essere perseguitata da Boko Aram. La Nigeria è uno stato enorme con 177 milioni di abitanti. Boko Aram è una organizzazione terroristica di matrice islamica che opera in una piccola regione del nord est del Paese popolata da circa 5 milioni di persone. Un po’ come se in Valle d’Aosta ci fossero gruppi di pericolosi terroristi ed i valdostani chiedessero asilo politico in Finlandia anziché riparare in Toscana ad esempio.
Si tratta di motivazioni piuttosto fantasiose che tuttavia ricorrono molto frequentemente tra i sedicenti rifugiati come evidenziato dalle numerose testimonianze dei membri delle commissioni addette alla valutazione delle richieste d’asilo. Non entro ulteriormente nel merito del caso specifico sul quale le Commissioni preposte faranno il loro lavoro.
Statisticamente i veri rifugiati, in base ai dati pubblicati sul sito del Ministero degli Interni, non superano il 5%. Il restante 95% è costituito da individui che non solo non fugge da nessuna guerra ma neppure dalla fame (visto che il biglietto dello scafista costa 5.000 dollari ovvero 5 volte il reddito medio nei paesi di provenienza è evidente che chi dispone di quella cifra certamente povero non è, al contrario di ciò che vorrebbe farvi credere la sinistra italiana ed europea. E non fatevi ingannare dai resoconti giornalistici: a volte i medici preposti alla prima accoglienza descrivono persone arrivate in condizioni alimentari molto difficili. La verità è che i clandestini sostano sulle spiagge libiche per molti giorni prima di potersi imbarcare e non mi risulta che i terroristi dell’Isis che gestiscono le partenze effettuino servizio di catering).
Il fatto che in questo caso si trattasse di 12 donne non sposta di molto la questione. Purtroppo le 12 donne fanno parte di un gruppo di 6.500 clandestini sbarcati in pochi giorni (95% maschi tra i 20 ei 30 anni) i quali fanno parte di un gruppo di 150.000 clandestini sbarcati nel corso del 2016 (95% maschi tra i 20 e i 30 anni) i quali fanno parte di un gruppo di 500.000 clandestini (95% maschi tra i 20 e i 30 anni) sbarcati in Italia negli ultimi tre anni. La solita tecnica di atomizzare il problema per farlo percepire meno grave è stata utilizzata anche questa volta.
Tornando al tema dei bambini che non esistevano a Gorino, sarebbe più opportuno che ministri e prefetti anziché occuparsi di bambini inesistenti si occupassero di bambini veri.
Nel nostro Paese ci sono un milione e mezzo di bambini (veri) che vivono sotto la soglia di povertà (vera).
Nel nostro paese ci sono 50.000 persone che vivono in strada o dormono in auto molti di questi con i propri bambini (veri).
Nel nostro Paese ci sono migliaia di terremotati che vivono nei container con i propri bambini (veri).
In Africa ci sono milioni di bambini (veri) che muoiono di fame (vera).
Quest’anno il nostro Paese ha stanziato ben 3,3 miliardi di euro per l’accoglienza di (finti) profughi. Una cifra stratosferica.
Una adozione a distanza costa circa 330 euro l’anno (sono tante le organizzazioni che si occupano di adozioni a distanza, ad esempio Action Aid. È estremamente gratificante, ve lo consiglio).
La cifra impiegata per arricchire cooperative compiacenti per il mantenimento di (finti) profughi solo quest’anno avrebbe quindi permesso di cambiare la vita di 10 milioni di bimbi (veri) africani.
Oppure avrebbe consentito ad un milione e mezzo di bimbi (veri) italiani di vivere un po’ meglio. Oppure avrebbe consentito a 200.000 donne italiane di ottenere 15.000 euro di sussidi annui (o 7.500 euro a 400.000 donne) se avessero messo al mondo altrettanti bambini. La legge di Stabilità 2016 dovrebbe confermare il bonus bebè nella misura di 80 euro al mese. Una miseria.
Non è strano che in un paese che ha la più bassa natalità d’Europa non ci siano da almeno 5 anni politiche serie di sostegno a favore della famiglia? Perché si preferisce ripopolare il nostro paese con l’arrivo di centinaia di migliaia di africani clandestini?
Ho come un crescente senso di vomito. Non darei il mio voto a questa gente neppure se avessi una rivoltella puntata alla tempia.
Questa sera prima di addormentarvi provate a pensare a quanti bambini (veri) si sarebbe potuto aiutare con i 3,3 miliardi regalati alle cooperative compiacenti per la finta assistenza ai finti profughi.
Provate a pensare a quanti bimbi (veri) che nel nostro Paese sono considerati poveri assoluti si poteva migliorare le condizioni di vita, a quanti bimbi (veri) si sarebbe potuto fare uscire dai container o, se preferite, a quanti bimbi (veri) in Africa si sarebbe potuto regalare un futuro decente.
Eppure sono ancora tutti lì. Sono tutti lì che aspettano che qualcuno si preoccupi di loro anziché preoccuparsi dei bambini inesistenti di Gorino.
Bambini che potrebbero nutrire una speranza se solo il nostro Paese e gran parte dell’Europa fossero guidati da veri statisti anziché da una setta di inutili quanto pericolosi incapaci.
E magari se vi rimane un minuto provate a rileggere le parole del povero giudice Borsellino (lui sì, vero servitore dello Stato) che scriveva: “La rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello”.
Buonanotte.